Progettare per far vivere e rivivere
“saper recuperare quanto di buono ci è arrivato dai nostri avi è il miglior modo di progettare il futuro”
Sono stimolato dalla possibilità di dare una nuova vita a quanto abbiamo ereditato cercando di progettare pensando ai prossimi 20 – 50 anni combinando forme e materiali di ieri con forme e materiali di oggi e di domani. Credo che sostenibilità sia, tra le altre cose, non sprecare quanto è possibile rigenerare o rinnovare, non solo cose, ma anche insegnamenti ed esperienza, senza attaccamento morboso al passato.
Considero mio compito cercare di rendere reale il desiderio di chi si affida a me, con un occhio alla creatività e uno alla concretezza. È per me prioritario garantire la massima affidabilità e mettere al servizio del cliente la mia capacità di realizzare le cose, la mia perseveranza e la mia presenza costante dall’inizio alla fine del lavoro. Un mio cliente, diventato col tempo ottimo amico, dice benevolmente che sono un architetto “ingegnere”, per la mia attitudine a trovare soluzioni di applicazione pratica agli spunti teorici. Amo fare ricerca sui materiali e sulle loro applicazioni costruttive.
Un difetto: mi appassiono ad ogni progetto come se fosse casa mia.
Nel tempo ho cercato di approfondire continuamente la mia preparazione combinando la mia esperienza sul campo con corsi di perfezionamento su temi connessi alla architettura sostenibile, alla accessibilità e allo sviluppo degli elementi costruttivi e delle strutture. Ho così sviluppato una mia specifica sensibilità al tema dell’architettura sostenibile che, a mio parere, deve essere ura ragionevole combinazione di tutti questi aspetti nel rispetto delle potenzialità del committente senza eccessivi estremismi ideologici.
E’ sostenibile quanto può essere realizzato al meglio delle conoscenze disponibili che sia in grado di ripagarsi nello spazio della sua vita utile. Sostenibile è non sprecare e nel contempo non fare il passo più lungo della gamba. Sostenibile è pensare in grande, ma avere consapevolezza che difficilmente è possibile tutto subito.
Andare in montagna mi ha insegnato che per arrivare in vetta serve procedere a piccoli passi, senza fermarsi, senza correre, guardando bene dove si mettono i piedi passo dopo passo, prepararsi prima, utilizzare attrezzature adeguate, faticare, perseverare. Ma quando sei da solo in vetta lo sguardo non ha confini …
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